Copyright: Mogol in Senato, se finisce la cultura muore (2)

(ANSA) – ROMA, 13 MAR – “Nella vita ho avuto molta fortuna” ha esordito Mogol presentandosi ai parlamentari. “Una fortuna grande che mi ha portato ad essere un autore noto e ad avere addirittura 523 milioni di dischi venduti nel mondo. Mi sono dedicato a scrivere canzoni e ho voluto costruire una scuola per autori compositori e interpreti. Non ho chiesto io di fare il presidente della Siae, è stato l’ex presidente Filippo Sugar a chiedermi di assumere l’incarico dopo le sue dimissioni. E io ho pensato che fosse un mio dovere accettare la carica in un momento come questo, nel quale il diritto d’autore viene assalito e assediato”. “Le piattaforme – ha sottolineato il presidente della Siae – si rifiutano di pagare i diritti degli autori in nome di una libertà che non è libertà. Ci sono in Italia 20 mila giovani creativi che guadagnano meno di mille euro al mese e senza contributi. Anche per loro io sto portando avanti la mia battaglia e sto facendo di tutto, il giorno dopo la mia nomina sono andato persino a Strasburgo con il direttore generale Blandini a fare l’uomo sandwich, mi ero fatto preparare dei manifesti contro le grandi piattaforme, il mio slogan era ‘Voi avete miliardi, noi abbiamo ragione’. Spero che questa battaglia si concluda a favore dei giusti, ovvero gli autori che chiedono il giusto per il loro lavoro, mentre dall’altra parte ci sono interessi e speculazioni. Per questo chiedo il vostro appoggio”.

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