Equo compenso: Sugar (Siae) : é clamorosa disinformazione

” No alla demagogia, i diritti per la
copia privata non sono una tassa”. Lo dice Filippo Sugar,
vicepresidente della Siae, che interviene sulla polemica
scoppiata oggi sul decreto per l’ equo compenso e parla di
” clamorosa disinformazione”: ” si parla di tasse e non sono
tasse, si parla di numeri infondati e c’é un tentativo di
mettere i consumatori contro l’ anello più debole della catena
che sono gli autori e i creatori”.
L’ equo compenso per la copia privata, sottolinea all’ ANSA il
vicepresidente Siae, ” non é una tassa ma una licenza, che
consente ai consumatori di acquistare una volta i contenuti e di
poterli duplicare legalmente sui loro device, va a favore dei
consumatori non contro, gli unici che stanno protestando sono le
grandi aziende produttrici che come sempre cercano di non pagare
i diritti agli autori e ai registi che contribuiscono”.
La copia privata, aggiunge Sugar, ” c’é in tutti i Paesi ed
e’ molto più alta che da noi, dai 6 ai 16 euro in Francia, dai
16 ai 32 euro in Germania. E questo nonostante i prezzi degli
apparecchi in Italia siano i più alti”. I creativi italiani,
sottolinea, ” sono trattati peggio di tutti i loro colleghi
europei”. L’ industria creativa italiana, ” che paga le tasse in
Italia e sviluppa cultura in Italia – conclude – é già in una
posizione inferiore: non chiede favori ma di essere il più
possibile allineati agli altri, una battaglia che i nostri
rappresentati dovrebbero fare con orgoglio”

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