SNAC : LA RETE NON REMUNERA CREATORI MUSICALI

Roma, 6 dic.  – La ‘rete’, nelle sue varie forme di uso ed abuso, a parte la pirateria, non remunera adeguatamente i creatori di quel materiale musicale che è l’oggetto principale dell’attenzione del pubblico, che di quella stessa rete è un frequentatore abituale. Questa la sintesi del convegno ‘A che punto è L’Autore…?’ organizzato da Snac, Sindacato nazionale autori e compositori, con la collaborazione della Federazione Autori. Tra i presenti, oltre al presidente Snac, Massimo Cantini, Franco Micalizzi, Amedeo Minghi, Tonino Coggio, Edoardo Vianello, Mario Lavezzi, Massimo Di Cataldo, Luigi Fontana, Bruno Zambrini, Mariella Nava, Piero Pintucci, Ruggero Po e Dario Salvatori. “Diversi i temi trattati -spiega a Labitalia Franco Micalizzi presidente del Consiglio di sorveglianza Siae e membro del consiglio direttivo Snac- lo sfruttamento di 30 milioni di brani da parte di una sola di queste piattaforme fornisce ampiamente l’idea della perdita di valore dei singoli brani; un’offerta spropositata che ripaga gli autori, in maniera inversamente proporzionale, con pochissimi centesimi”

“Anche la diffusione radiofonica della musica -sostiene- da parte dell’emittenza privata, ma purtroppo anche di quella pubblica, è risultata non democratica; è emerso infatti che viene molto limitata la promozione del panorama musicale generale. Molte radio sono editori ed anche produttori di musica e, in conflitto di interesse, danno soprattutto spazio ai propri artisti, e non al resto delle possibilità presenti nel mercato. L’insieme delle radio, inoltre, non dà il giusto risalto a nuovi talenti fuori da circuiti privilegiati e tende a sottovalutare le produzioni dei cantautori non più considerati di moda”. Tra le proposte emerse dal convegno “figura quella che investe i sindacati stessi, supportati possibilmente dalla Siae, nel dare vita a una varietà di valide e competenti radio web, che comprendano però la programmazione di musica varia dedicata a canali tematici quali colonne sonore, musica strumentale, canzoni di giovani autori ed altro, con approfondimenti culturali a tutto tondo”. Un altro argomento trattato è stata anche la rivendicazione della unicità della Siae nell’esigere il diritto d’autore, perché “creare altre società per mano di privati comporterebbe necessariamente scopo di lucro da parte di chi le dovesse promuovere, e sarebbe assolutamente contro la tutela degli interessi degli autori accettare l’avanzata di simili realtà, considerato che entrando in concorrenza si andrebbe in primis al ribasso dei diritti e non certo all’aumento”.

“La Siae -sottolinea Franco Micalizzi- svolge e ha svolto egregiamente questo compito, e dunque è assolutamente opportuno e conveniente che continui da sola. Orbene, per il mondo autorale, unito e non diviso, è il momento di riflettere su quanto dibattuto e proposto per trovare le giuste soluzioni”. ”Ci auguriamo -auspica- di non dover intraprendere iniziative clamorose nel prosieguo; ci auguriamo anzi che le buone intenzioni venute fuori dall’incontro non restino chiacchiere vuote per chi deve invece aiutarci a risolvere un problema serio ed oggettivo: il mestiere dell’autore sta scomparendo, e molte persone che non possono contare su uno storico importante, stanno vivendo addirittura il problema della mera sussistenza”

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