Paoli e Ricci show per cultura, salvate diritto autore

ROMA, 30 LUG – Programmi su programmi ” dove si
parla della pesca nei luoghi fangosi, piuttosto che
dell’ organizzazione dei matrimoni o dei re delle torte”. In
Italia, la televisione ha già subito ” tra l’ indifferenza
generale” l’ attacco della globalizzazione. Parola di Antonio
Ricci, il papà di Striscia la notizia e di tante altre
trasmissioni che hanno fatto la storia della tv commerciale
italiana. Che si schiera a fianco del presidente Siae Gino Paoli
nella battaglia per il diritto d’ autore.
E insieme a lui, tra una gag e l’ altra sulla ‘ mafia ligure’
che ha portato l’ autore del Cielo in una stanza alla presidenza
della Società fondata tanti anni fa da Giuseppe Verdi (Paoli é
di Genova, lui di Alassio), Ricci lancia l’ allarme per il futuro
della cultura italiana oltre che per il lavoro degli autori, che
la globalizzazione sminuisce e rende ” intercambiabili”.
L’ occasione é l’ azione dimostrativa decisa dalla Siae per
protestare contro la Apple, che il giorno stesso dell’ entrata in
vigore del decreto Franceschini con le nuove tariffe di equo
compenso per la copia privata ha aumentato i prezzi dei suoi
dispositivi. Davanti alla stampa, il direttore generale Blandini
annuncia di aver spedito ieri lettere di diffida e tira fuori
dieci iPhone comprati a Nizza, in Francia, “dove costano meno
che in Italia, a dispetto di una quota per i diritti di copia
privata che é il doppio”. Verranno poi offerti, sempre davanti
alla stampa, a studenti meritevoli di cinema, musica,
recitazione, oltre che ad associazioni attive nel sociale, da
Telefono azzurro alla Comunità di San Benedetto al porto di Don
Gallo.
” E’ la nostra risposta a una carognata”, allarga le braccia
il presidente Paoli. Tant’é, un risultato pare si sia già
ottenuto perché da questa mattina , riferisce Blandini, ” la
Apple ha ritirato l’ aumento almeno su uno dei suoi prodotti, il
Mac Book pro” e sul sito online italiano dell’ azienda la
dicitura ” tassa per diritto d’ autore” (copyright levy) é stata
sostituita da ‘ compenso per diritto d’ autore’. Ma il problema,
fa notare Paoli, non é solo italiano: ” C’é un attacco al
diritto d’ autore in tutto il mondo” e questo, sottolinea il
presidente cantautore, ӎ un problema soprattutto per gli
autori meno conosciuti e per i giovani. La Siae é un presidio di
libertà per gli autori, per questo ho accettato di presiederla,
quando nel ‘300 c’ erano i mecenati e il mecenate vero era la
chiesa, l’ arte, guarda caso, era piena di Madonne..”.
Ricci la pensa come lui, cita il caso degli autori tv, poi
affonda anche sui giornalisti: ” non servono più nemmeno le
grandi firme, ci saranno presto dei giovani che per 20 euro
scriveranno i contenuti a supporto di pubblicità e manganello
mediatico”. Accanto a loro anche Paolo Virzì, che però é più
cauto, ricorda che quello della copia privata, nello scenario
attuale di grande mutevolezza delle tecnologie, é un tema
controverso e che c’é bisogno di vicendevole rispetto tra autori
e produttori. E poi c’é Federconsumatori, che a dispetto di
Altroconsumo (che ha annunciato un ricorso contro il decreto)firmerà con Siae un protocollo per un Osservatorio comune a difesa dei consumatori.
Dalla platea, intanto, arriva l’ endorsement di Francesco
Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera,
padre della web tax che tanto ha fatto discutere: ” C’é un
tentativo di far passare questi ragionamenti di equità fiscale
come qualcosa che frena la libertà della rete, ma non é così –
si appassiona -. In cambio di una libertà percepita rischiamo di
perdere la libertà vera”. (ANSA).

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